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IL MENSILE “STORIA & BATTAGLIE” HA PUBBLICATO UN MIO ARTICOLO SU REDENTO MUTI, “IL PILOTA CHE NON DOVEVA MORIRE”

La rivista mensile “Storia & Battaglie”, nel numero acquistabile in edicola questo mese, pubblica un mio articolo che narra le vicende di guerra di un pilota viterbese, Redento Muti.

Nato a Viterbo e scomparso nel 2015 a Siracusa, città dove ha svolto per tutta la vita la professione di ingegnere, ebbi modo di contattarlo nel 2010, nell’ambito di una ricerca storica condotta assieme all’amico Maurizio Federici.

Raccogliemmo documenti d’archivio e testimonianze, individuando 15 tra militari e civili, nati a Viterbo e nei comuni della provincia, che morirono di stenti e malattie nei campi di sterminio comunisti, fucilati dai titini dopo essersi arresi oppure infoibati.

Tra i nominativi vagliati c’è anche quello di Redento Muti, un ufficiale dell’aeronautica, che l’8 settembre non si arrese e aderì alla RSI. Fatto prigioniero dai comunisti slavi, rischiò la vita per tre volte. Non a caso l’articolo è intitolato “Il pilota che non doveva morire”.

Si trasferì nel dopoguerra a Siracusa, per motivi di lavoro, e lì dalla felice unione con Maria Luisa Marano, originaria di Amelia ma studentessa a Viterbo, nacquero Mariella e Pietro.

Quella di Redento è una storia incredibile. Orfano di un pioniere dell’aeronautica, all’età di 6 anni perse anche la mamma, Maria Matteucci di Viterbo, e lui venne cresciuto dalla zia Rosina, sposata con un Garbini. Il giovane Redento studiò in un collegio per i figli degli aviatori deceduti e nel 1941 entrò all’accademia aeronautica, allievo del corso “Zodiaco”.

Gruppo di piloti della RSI

Mentre era degente in ospedale a Trieste, venne fatto prigioniero dagli slavi e portato in un campo di concentramento, dove le condizioni di vita erano terribili. Gli stenti e la fame ridussero il suo peso corporeo a 42 chili. Scampato per miracolo alla morte nel gulag comunista, rientrò a Viterbo il 28 ottobre 1945, tra la meraviglia dei parenti che lo credevano morto.

Ringrazio il collega Antonio Pannullo, direttore di Storia & Battaglie, Luca e la redazione per aver pubblicato il mio articolo e invito tutti gli amici a comprare in edicola il mensile e a leggerlo…e a farmi sapere cosa ne pensano.

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