La targa che ricorda le donne vittime delle cosiddette “marocchinate”, le violenze perpetrate dalle truppe coloniali francesi in Italia nel periodo 1943-1944, è stata divelta nella notte tra l’11 e il 12 agosto.
Un cittadino ha immediatamente avvisato la Polizia Locale e l’amico Antonio Scardozzi che si è subito recato sul posto recuperando la targa danneggiata e consegnandola al Comune di Viterbo.
La targa era stata inaugurata il 1 giugno scorso nel giardino del quartiere Carmine a Viterbo, con una cerimonia alla quale avevano presenziato il Sindaco Chiara Frontini, l’assessore Katia Scardozzi e il vice presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate Silvano Olmi.
La targa sarà riposizionata al più presto. Sono in corso indagini da parte della Polizia di Stato per individuare i responsabili. Ci sono diverse telecamere in zona, speriamo che abbiano “immortalato” i vandali.
“Si è trattato di un gesto vergognoso – dichiara Emiliano Ciotti, presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate, che il 7 luglio scorso era venuto appositamente a Viterbo per vedere la targa – un atto vandalico che ferisce gravemente la memoria delle donne e degli uomini che subirono violenze inenarrabili.
Esprimo la massima solidarietà all’amministrazione comunale, alla città di Viterbo e agli iscritti all’ANVM della Tuscia – conclude Ciotti – chi distrugge targhe e monumenti vuole toglierci un diritto, quello alla memoria e al ricordo.”
Alle belle e sagge parole del presidente Ciotti aggiungo una mia riflessione personale: certe targhe, le intitolazioni di vie e piazze, le lapidi, i monumenti, danno fastidio, tremendamente fastidio agli odiatori e ai cretini di ogni specie ed età.
Li lasciamo alla loro bruttezza, noi preferiamo il sano profumo della libertà di pensiero e non molliamo!
SE CERTE TARGHE DANNO FASTIDIO AGLI ODIATORI E AI CRETINI
La targa che ricorda le donne vittime delle cosiddette “marocchinate”, le violenze perpetrate dalle truppe coloniali francesi in Italia nel periodo 1943-1944, è stata divelta nella notte tra l’11 e il 12 agosto.
Un cittadino ha immediatamente avvisato la Polizia Locale e l’amico Antonio Scardozzi che si è subito recato sul posto recuperando la targa danneggiata e consegnandola al Comune di Viterbo.
La targa era stata inaugurata il 1 giugno scorso nel giardino del quartiere Carmine a Viterbo, con una cerimonia alla quale avevano presenziato il Sindaco Chiara Frontini, l’assessore Katia Scardozzi e il vice presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate Silvano Olmi.
La targa sarà riposizionata al più presto. Sono in corso indagini da parte della Polizia di Stato per individuare i responsabili. Ci sono diverse telecamere in zona, speriamo che abbiano “immortalato” i vandali.
“Si è trattato di un gesto vergognoso – dichiara Emiliano Ciotti, presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate, che il 7 luglio scorso era venuto appositamente a Viterbo per vedere la targa – un atto vandalico che ferisce gravemente la memoria delle donne e degli uomini che subirono violenze inenarrabili.
Esprimo la massima solidarietà all’amministrazione comunale, alla città di Viterbo e agli iscritti all’ANVM della Tuscia – conclude Ciotti – chi distrugge targhe e monumenti vuole toglierci un diritto, quello alla memoria e al ricordo.”
Alle belle e sagge parole del presidente Ciotti aggiungo una mia riflessione personale: certe targhe, le intitolazioni di vie e piazze, le lapidi, i monumenti, danno fastidio, tremendamente fastidio agli odiatori e ai cretini di ogni specie ed età.
Li lasciamo alla loro bruttezza, noi preferiamo il sano profumo della libertà di pensiero e non molliamo!
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