È stato presentato ieri sera, mercoledì, presso il Museo Crocetti di Roma, il libro dal titolo “Non solo la Ciociara”, scritto dal giornalista Silvano Olmi e pubblicato da Fergen Edizioni.
All’evento, organizzato dall’associazione culturale M.ARTE, ha partecipato un folto pubblico, la maggior parte del quale non era a conoscenza del fenomeno degli stupri di guerra e delle atrocità compiute dalle truppe coloniali francesi in Italia nel 1943-1944.
A introdurre i lavori è stato Franco Iappelli, che ha sottolineato come di queste vicende si sappia ancora poco. “Sono originario di Formia – ha detto Iappelli – ma ignoravo che anche nella mia terra si erano verificati atti del genere. Il libro mi ha sorpreso e penso sia un dovere raccontare queste cose.”
A seguire è intervenuta Franca Carlisi Manzo, alla quale si deve l’idea della presentazione del libro. “L’autore ci ha fatto conoscere fatti che abbiamo solo orecchiato ma non studiato, perché a scuola queste vicende vengono omesse. Mio padre, che ha fatto il militare di leva all’Isola d’Elba, mi raccontava spesso dello sbarco delle truppe coloniali e di quali crimini si macchiarono perché ne fu testimone oculare. Fu anche aggredito da due militari senegalesi che tentarono invano di rubargli l’orologio.”
Poi è stata la volta dell’autore, il quale con l’aiuto di numerose diapositive ha mostrato documenti provenienti da archivi pubblici che attestano migliaia stupri, razzie, sopraffazioni, rapine e omicidi compiuti dai coloniali francesi ai danni della popolazione civile italiana.
“Le violenze iniziarono con lo sbarco in Sicilia – ha detto Silvano Olmi, che è anche vice presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate – proseguirono in Campania, Lazio e Toscana, per fermarsi alle porte di Firenze, quando i magrebini francesi vennero ritirati dal fronte per essere impiegati nello sbarco in Provenza. Il termine marocchinate può apparire brutto ma è in uso dal lontano 1946 e non vuole essere offensivo del popolo del Marocco. Quella degli stupri di guerra – ha concluso Olmi – è una pagina terribile della nostra storia che da troppi anni viene tenuta nascosta perché scomoda e non spalanca le porte a carriere politiche o universitarie.”
Le marocchinate furono compiute anche contro i partigiani. “I coloniali francesi inizialmente furono accolti bene – ha detto il giornalista Federico Genaccari – poi si scatenarono contro la popolazione civile. Una cosa poco risaputa è che a subire violenza furono anche alcuni partigiani italiani.”
A trarre le conclusioni finali è stata l’avvocato Maria Giuseppina Lo Iudice che ha sottolineato come ancora oggi le donne subiscano violenza. “Il tema della violenza sessuale – ha detto – è un tema di grande attualità, Tante donne, ancora oggi, hanno timore a denunciare le violenze subite o devono difendersi in tribunale dall’accusa di aver provocato la violenza magari per aver indossato un vestito troppo attillato. E poi oltre al danno fisico c’è quello psicologico che è difficile da quantificare.”
Numerose le domande rivolte all’autore, che così ha potuto approfondire gli argomenti trattati durante la presentazione del libro.
RIUSCITA LA PRESENTAZIONE A ROMA DEL LIBRO “NON SOLO LA CIOCIARA”
È stato presentato ieri sera, mercoledì, presso il Museo Crocetti di Roma, il libro dal titolo “Non solo la Ciociara”, scritto dal giornalista Silvano Olmi e pubblicato da Fergen Edizioni.
All’evento, organizzato dall’associazione culturale M.ARTE, ha partecipato un folto pubblico, la maggior parte del quale non era a conoscenza del fenomeno degli stupri di guerra e delle atrocità compiute dalle truppe coloniali francesi in Italia nel 1943-1944.
A introdurre i lavori è stato Franco Iappelli, che ha sottolineato come di queste vicende si sappia ancora poco. “Sono originario di Formia – ha detto Iappelli – ma ignoravo che anche nella mia terra si erano verificati atti del genere. Il libro mi ha sorpreso e penso sia un dovere raccontare queste cose.”
A seguire è intervenuta Franca Carlisi Manzo, alla quale si deve l’idea della presentazione del libro. “L’autore ci ha fatto conoscere fatti che abbiamo solo orecchiato ma non studiato, perché a scuola queste vicende vengono omesse. Mio padre, che ha fatto il militare di leva all’Isola d’Elba, mi raccontava spesso dello sbarco delle truppe coloniali e di quali crimini si macchiarono perché ne fu testimone oculare. Fu anche aggredito da due militari senegalesi che tentarono invano di rubargli l’orologio.”
Poi è stata la volta dell’autore, il quale con l’aiuto di numerose diapositive ha mostrato documenti provenienti da archivi pubblici che attestano migliaia stupri, razzie, sopraffazioni, rapine e omicidi compiuti dai coloniali francesi ai danni della popolazione civile italiana.
“Le violenze iniziarono con lo sbarco in Sicilia – ha detto Silvano Olmi, che è anche vice presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate – proseguirono in Campania, Lazio e Toscana, per fermarsi alle porte di Firenze, quando i magrebini francesi vennero ritirati dal fronte per essere impiegati nello sbarco in Provenza. Il termine marocchinate può apparire brutto ma è in uso dal lontano 1946 e non vuole essere offensivo del popolo del Marocco. Quella degli stupri di guerra – ha concluso Olmi – è una pagina terribile della nostra storia che da troppi anni viene tenuta nascosta perché scomoda e non spalanca le porte a carriere politiche o universitarie.”
Le marocchinate furono compiute anche contro i partigiani. “I coloniali francesi inizialmente furono accolti bene – ha detto il giornalista Federico Genaccari – poi si scatenarono contro la popolazione civile. Una cosa poco risaputa è che a subire violenza furono anche alcuni partigiani italiani.”
A trarre le conclusioni finali è stata l’avvocato Maria Giuseppina Lo Iudice che ha sottolineato come ancora oggi le donne subiscano violenza. “Il tema della violenza sessuale – ha detto – è un tema di grande attualità, Tante donne, ancora oggi, hanno timore a denunciare le violenze subite o devono difendersi in tribunale dall’accusa di aver provocato la violenza magari per aver indossato un vestito troppo attillato. E poi oltre al danno fisico c’è quello psicologico che è difficile da quantificare.”
Numerose le domande rivolte all’autore, che così ha potuto approfondire gli argomenti trattati durante la presentazione del libro.
Edizioni Fergen
21 ottobre 2021
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